Jason deCaires Taylor: Gallerie d'arte abissali
Le opere del britannico Jason deCaires Taylor simboleggiano una perfetta simbiosi tra uomo e natura e vogliono essere un mezzo per trasmettere un messaggio di speranza e, nello stesso tempo, un modo per far capire la situazione dei nostri oceani, visto che negli ultimi decenni abbiamo perso più del 40% delle barriere coralline naturali.
Gli scienziati prevedono che entro il 2050 ci sarà una scomparsa permanente dell’80%.
Taylor lavora quindi con biologi marini per creare spazi di habitat destinati ad incoraggiare specifiche forme di vita marina e realizza le sue opere in zone aride, con materiali ecologici ricercati, pH neutro e progettati per durare centinaia di anni.
Il primo progetto è stato creato nel 2006 ed è il primo parco di sculture sottomarino al mondo.
Si trova sotto la superficie di un’isola dei Caraibi, nella baia di Moilenere in Grenada (vicino alle Barbados, bacino venezuelano) ed è costituito da 65 sculture posizionate su uno spazio di 800 m2 e la profondità a cui si trovano varia da 0 a 10 metri in modo da permetterne la visione anche con barche con il fondo in vetro.
A 5m troviamo l'opera chiamata "Viccisitudes" (Vicissitudini), che rappresenta l'unione e la fratellanza di ragazzi appartenenti a diverse etnie.
La permanenza prolungata sott'acqua eliminerà le loro differenze, come dovrebbe essere nella vita reale.
Sempre ad una profondità di 8m troviamo “Un-still life”.
Mentre a 5m si può vedere “Grace Reef”.
“The correspondent lost” (il corrispondente perduto), che si trova a 8m di profondità, ne è un esempio.
Il corrispondente perduto è una reliquia dimenticata, come la sua macchina da scrivere, sostituita dalla tecnologia moderna.
Eddie Vedder, cantante dei Pearl Jam, utilizzò come copertina del suo album "Ukulele Songs", pubblicato il 30 maggio 2011, proprio questa scultura.
L’altro grande progetto di Taylor è il museo subacqueo monumentale MUSA, composto da oltre 500 sculture che occupano uno spazio di 420 m2 di fondale sterile e che si trova nelle acque circostanti Cancun, Isla Mujeres e Punta Nizuc.
Si può quindi dividere questo museo in due zone: Salon Mancones (adatto sia per sub che snorkeling) e Salon Nizuc (visita consentita solo per snorkeling).
A 4m di profondità c’è il Salon Nizuc che comprende 14 opere realizzate dal 2009 al 2013.
Prime fra tutte "The gardener" (il giardiniere), realizzata per ospitare i coralli salvati e danneggiati da tempeste e attività umane.
All'effetto negativo e passivo che ha l'uomo sull'ecosistema, con queste opere, vengono contrapposti la nascita e la crescita di generazioni future.
Nella scultura “Inertia”, del 2011, la televisione è stata studiata per ospitare pesci giovani.
Eredità “Inheritance“(2011), 4m: che cosa rimarrà alle nostre generazioni future?
“Holy man” (2011), 5m
Oltre a sensibilizzare l’opinione pubblica alla sua causa, Taylor la coinvolge anche nella produzione delle sue opere. Ad esempio, la scultura
“The listener“(L’ascoltatore) è stata realizzata con l’aiuto di studenti locali di Cancun di età compresa tra gli 8 e i 12 anni, durante un workshop.
All’interno di essa è stato inserito un idrofono rivoluzionario, in grado di registrare (in modo non invasivo) i suoni dell’ambiente della barriera corallina su un particolare disco rigido resistente all’acqua.
Anche se l’ambiente marino è spesso indicato come il mondo silenzioso, in realtà è caratterizzato da una miriade di rumori (il “clic” dei crostacei, le onde che si infrangono sulle imbarcazioni di passaggio e il rumore fatto dai pesci mentre mangiano). In acqua, il suono viaggia anche circa quattro volte più velocemente che in aria.
“The listener” ritrae una figura solitaria assemblata interamente da calchi di orecchie umane e simboleggia un rapporto passivo tra uomo e natura.
Vi invitiamo a guardare il suo sito e seguire tutte le novità sulla sua pagina Facebook, dove
potete trovare foto della metamorfosi sulle sue sculture in evoluzione (Jason, oltre che ad essere un grande scultore, è anche un premiato fotografo subacqueo).
Photos credits: Jason deCaires Taylor