"Un uso qualunque di te" di Sara Rattaro
Recensione
Titolo: Non so niente di te
Autore: Paola Mastrocola
Data di Pubblicazione: Marzo 2013
Genere: Narrativa contemporanea
Non so niente di te”, di Paola Mastrocola. Un viaggio alla scoperta di noi stessi e di chi amiamo, che, con irresistibile ironia, ci parla di libertà, della vita che abbiamo e vorremmo.
Sembra una mattina di novembre come tante, a Oxford, quando improvvisamente un gregge di pecore irrompe nelle aule gremite del Balliol College, durante una conferenza tenuta da un giovane economista italiano, Jeremy Piccoli. Il pastore, altri non è che Filippo “Fil” Cantirami, collega di studi di Jeremy, con il quale ha elaborato il rivoluzionario algoritmo che devono esporre quel giorno, insieme.
Da dove vengono tutte quelle pecore? Perchè le ha condotte al college? E soprattutto, chi è davvero Fil, cosa sta facendo? Domande a cui sarà difficile dare una risposta, dato che Fil, dopo il successo della conferenza, scompare nel nulla, lasciando nello sconcerto e nel dubbio gli esterrefatti genitori – convinti che il figlio modello sia a Stanford a finire un dottorato - la sorella e anche l'amico, con cui, anni prima, ha stretto un misterioso accordo, ora improvvisamente e irrimediabilmente violato.
Inizia così, in un ipotetico “futuro che fa diventare passato il presente”, Non so niente di te, una commedia degli equivoci dal tono solo apparentemente leggero, in cui tutti, compresa la stravagante zia Giuliana, cercheranno di trovare risposte agli interrogativi lasciati in sospeso. Ognuno a modo suo, seguendo una propria pista, viaggiando da un continente all'altro e nel proprio passato, scoprendo infine che, a dispetto dei sentimenti più profondi che legano le persone, sappiamo ben poco gli uni degli altri e di noi stessi.Intanto, Fil, il figlio modello, pacato, intelligente, destinato a perpetuare il prestigio familiare, non si trova; ma non si è perso. Dovrà seguire anche lui il suo personale cammino di riflessione e maturazione, per trovare la propria strada e il proprio destino, quelli veri.
Perchè, in sostanza, il filo conduttore del romanzo di Paola Mastrocola è proprio il recupero di sé stessi nella prigionia degli altri, della famiglia, della società, le cui aspettative e proiezioni sono gabbie dorate da cui è difficile uscire, per “l'intima soddisfazione di piacere agli altri, rispondere ai loro desideri. E riceverne in cambio il plauso, la lode”. Ma è anche un libro che ci parla, con disincanto e struggente tenerezza insieme, del rapporto tra genitori e figli nell'ineluttabile corso della vita. Scorrevole e piacevolissimo malgrado i temi toccati, con personaggi originali tratteggiati con garbata ironia e un finale agrodolce che commuove e fa riflettere.