"Il viaggiatore notturno" di Maurizio Maggiani
Recensione
Titolo: Il viaggiatore notturno
Autore: Maurizio Maggiani
Data di Pubblicazione: Febbraio 2005 – premio strega
Genere: Narrativa contemporanea
Il viaggiatore notturno, di Maurizio Maggiani. Il racconto di una notte, o di una vita intera; una storia che dà vita a molte storie, lirico e inafferrabile come un volo di rondine.
Cala il tramonto sul colle dell'Assekrem, nel deserto dell'Hoggar; il centro dell'universo, secondo père Focauldt, monaco soldato, il buco del culo del mondo, secondo i geologi. Il punto in cui, “ancora troppo giovane per potersi trattenere, la Terra ha prolassato il suo cuore. O il suo intestino”, fatto di nuda roccia, colori, semplicità assoluta.
Qui inizia il romanzo di Maurizio Maggiani, narrato dalla voce del protagonista, un etologo specializzato in migrazioni animali. È arrivato fino lì per attendere le rondini, di cui studia le rotte migratorie; arriveranno insieme alla pioggia, memori di un tempo in cui l'Hoggar era verde e fertile. E quando arriverà la pioggia? “Quando dovrà piovere, non un minuto prima, non un minuto dopo” suggerisce la voce aspra del vecchio poeta Tigriz, che, insieme alla guida Jibril, dà voce alla carovana di Tagil che accompagna il protagonista.
Il fascino suggestivo e arcaico di una festa, la pura bellezza di una tamburina del deserto e una breve visita al bordello di Tamanrasset non riescono a colmare i silenzi dei lunghi giorni nel deserto. Non resta che attendere e, nell'attesa, la notte popolata di stelle e da un misterioso viaggiatore - “nudo e scalzo di ogni ragione”- si anima dei ricordi del protagonista. Dalla casa in salita dell'Incarnazione, in cui ha trascorso l'infanzia col padre Dinetto, al tragico epilogo dell'assedio di Tuzla; dall'orsa Amapola fuggita dalla guerra nei Balcani, ai peregrinaggi sul Caucaso con l'armeno Zingirian, sulle tracce dei misteri che quell'orsa portava con sé. Il “popolo buono” e la Perfetta. La pace e la guerra, vita e morte. Immagini.
Un intreccio di racconti solo apparentemente slegati tra loro; storie di esili, cammini ed erranze, in un romanzo profondo e intenso come un trattato di filosofia e, insieme, scorrevole e avvincente come un racconto di viaggi, narrato una notte attorno a un fuoco da campo.