The nice guys
Recensione film
L’elogio dell’uomo comune, con i suoi difetti che ne nascondono la santità, la vita vera e il suo impasto di dolore e dolcezza: in una commedia piacevolissima e ottimamente recitata.
Titolo originale: St Vincent
Anno di produzione: 2014
Genere: commedia
Durata: 103 minuti
Regia: Theodore Melphi
Soggetto: David McKenna
Sceneggiature: Theodore Melphi
Paese di produzione: Stati Uniti
Attori protagonisti:
Bill Murray (Vincent)
Melissa McCarthy (Meggie)
Jaeden Lieberher (Oliver)
Naomi Watts (Daka)
Vincent è un anziano misantropo, cinico e scostante, col vizio della bottiglia e delle scommesse ai cavalli. Almeno, così appare agli occhi degli altri: a Vincent non piace la gente e Vincent non piace alla gente, con l’unica eccezione di Daka, una prostituta russa incinta, con cui intrattiene una relazione.
Così, quando nella casa adiacente alla sua si installano Oliver, un ragazzino solitario e sua madre Maggie, i primi contatti non sembrano improntati esattamente su un rapporto di buon vicinato. Tuttavia la necessità li spinge ad avvicinarsi: Maggie è separata e in affanno col lavoro, così chiede a un riluttante Vincent di fare da baby sitter al ragazzo, che accetta spinto dal miraggio del compenso che gli fornisce la donna.
Col passare del tempo, loro malgrado, i tre si ritroveranno coinvolti in un vero e proprio rapporto di amicizia; Maggie imparerà a fidarsi di Vincent e questi, poco a poco rivelerà il suo cuore grande a Oliver.
L’uomo, infatti, da anni si prende cura della moglie, colpita da demenza senile e di Daka, a cui fornisce protezione e paga gli esami della gravidanza. Così, in un compito scolastico in cui deve raccontare la storia di una persona conosciuta e in odore di santità, Oliver sceglierà proprio Vincent, contribuendo col suo amore ad addolcirne la scorza ruvida.
Così, quando nella casa adiacente alla sua si installano Oliver, un ragazzino solitario e sua madre Maggie, i primi contatti non sembrano improntati esattamente su un rapporto di buon vicinato. Tuttavia la necessità li spinge ad avvicinarsi: Maggie è separata e in affanno col lavoro, così chiede a un riluttante Vincent di fare da baby sitter al ragazzo, che accetta spinto dal miraggio del compenso che gli fornisce la donna.
Col passare del tempo, loro malgrado, i tre si ritroveranno coinvolti in un vero e proprio rapporto di amicizia; Maggie imparerà a fidarsi di Vincent e questi, poco a poco rivelerà il suo cuore grande a Oliver.
L’uomo, infatti, da anni si prende cura della moglie, colpita da demenza senile e di Daka, a cui fornisce protezione e paga gli esami della gravidanza. Così, in un compito scolastico in cui deve raccontare la storia di una persona conosciuta e in odore di santità, Oliver sceglierà proprio Vincent, contribuendo col suo amore ad addolcirne la scorza ruvida.
St. Vincent è una commedia convenzionale, che si inserisce in un filone molto sfruttato senza rivoluzionarne gli schemi, quello dell’amicizia tra un adulto e un bambino, naturalmente capace di regalare tenerezze a un uomo chiuso in se stesso e dalla lingua tagliente.
Nonostante ciò, questo film riserva ugualmente qualche sorpresa, principalmente a carico degli attori, che col loro innegabile talento riescono a regalare emozioni anche a partire da una trama apparentemente scontata e poco originale.
Bill Murray, in particolare, appare come la vera garanzia emotiva del film e produce un personaggio sigillato nella sua bolla di narcisismo, il quale verrà invitato a riconsiderare la propria esistenza da un ragazzino amabile, che ha il volto e il talento fresco di Jaeden Lieberher.
Perché Vincent, a suo modo, è un santo e dei santi ha la sollecitudine e l’abnegazione, malgrado i suoi vizi e difetti, o forse proprio per questi.
Almeno per Oliver, che lo propone a imitazione dei fedeli e alla gloria eterna, se non di al di là, certamente al di qua del cielo.
Nel complesso, un film piacevole e leggero senza essere sdolcinato, comico ma con gusto e intelligenza, una gradevole evasione che lascia lo spettatore con un sorriso sulle labbra.
Nonostante ciò, questo film riserva ugualmente qualche sorpresa, principalmente a carico degli attori, che col loro innegabile talento riescono a regalare emozioni anche a partire da una trama apparentemente scontata e poco originale.
Bill Murray, in particolare, appare come la vera garanzia emotiva del film e produce un personaggio sigillato nella sua bolla di narcisismo, il quale verrà invitato a riconsiderare la propria esistenza da un ragazzino amabile, che ha il volto e il talento fresco di Jaeden Lieberher.
Perché Vincent, a suo modo, è un santo e dei santi ha la sollecitudine e l’abnegazione, malgrado i suoi vizi e difetti, o forse proprio per questi.
Almeno per Oliver, che lo propone a imitazione dei fedeli e alla gloria eterna, se non di al di là, certamente al di qua del cielo.
Nel complesso, un film piacevole e leggero senza essere sdolcinato, comico ma con gusto e intelligenza, una gradevole evasione che lascia lo spettatore con un sorriso sulle labbra.